Lo scorso 21 giugno a Padova, Uniti ha partecipato al Congresso Nazionale del Network Italia PGT, per la diagnosi pre-impianto delle malattie genetiche. L’incontro è stato per noi un importante momento per approfondire e chiarire meglio alcuni aspetti medico-scientifici utili per il nostro lavoro di informazione e sensibilizzazione sull’ittiosi.
Vi riportiamo, di seguito, i punti di maggiore interesse che sono emersi:
– La diagnosi genetica preimpianto (PGT) è un metodo sicuro di diagnosi prenatale invasiva che consente di verificare lo status genetico dell’embrione prima del suo trasferimento, evitando di ricorrere a interruzione volontaria di gravidanza in caso di feto affetto.
– la PGT è applicabile praticamente per il 98% delle malattie genetiche o cromosomiche.
– Il registro italiano PMA consente ad oggi una fotografia precisa dell’andamento epidemiologico delle tecniche FIVET e ICSI, poiché registra il numero delle gravidanze e degli aborti; la percentuale più alta di aborti si verifica nelle donne intorno ai 38 anni, considerando che età media prima gravidanza in Italia si aggira sui 32,4 aa e quella con ricorso alla PMA sui 37aa (dati 2022) e la fertilità della donna è maggiore nella decade 20-30 anni
– progetto PNRR: da giugno-settembre 2024 preparazione piattaforma online per l’inserimento dei dati di PGT da parte dei Centri PMA partecipanti al progetto (circa 30).
– il numero delle gravidanze con trasferimento di embrioni nei cicli PMA con PGT, considerando l’arco temporale 2014-2022, vede un trend leggermente in crescita, ovvero c’è un miglioramento delle tecniche di coltura in vitro
– i centri che hanno effettuato cicli di PMA con PGT in Italia sono 66, di cui 15 nella sola Regione Lazio; solo 6 sono i centri pubblici (dati 2022) e in totale solo il 4,26% dei cicli eseguiti in un centro ESCLUSIVAMENTE pubblico
– il progetto PNRR “Network Italiano Diagnosi Preimpianto” ha creato un osservatorio permanente della PGT in Italia, i cui attori saranno Azienda ospedaliera Federico II e la PGT Unit di Padova, insieme al Registro Nazionale PMA dell’ISS e all’azienda ospedaliera “pugliese Ciaccio” di Catanzaro
– art.24 della G.U. n.65 del 18 Marzo 2017 fa rientrare nei LEA la consulenza, il supporto psicologico, l’assistenza per problemi di sterilità e infertilità, la procreazione medicalmente assistita, *ma non ancora la PGT!*
– una caratteristica singolare è che vi è un’età massima delle donne per accedere alla PMA che varia da 41aa dell’Umbria fino a 50aa del Veneto
– In caso di gravidanza ottenuta da PMA c’è un LIEVE rischio aumentato di disordini ipertensivi, emorragia post-parto, macrosomia, parto prematuro, gravidanza protratta, più alta incidenza di placenta previa, diabete gestazionale anche perchè spesso paziente di età avanzata, con BMI elevato, sindrome da ovaio policistico e insulino-resistente.
– solo se ci sono fattori di rischio ben precisi allora assunzione di cardioaspirina, altrimenti è inutile