I trattamenti per l’ittiosi sono esattamente questo: trattamenti e non cure. Finora non c’è nessuna cura per l’ittiosi. Una vera cura richiederebbe il cambiamento dei componenti genetici difettosi. I trattamenti correnti per l’ittiosi mirano a far sembrare normale la pelle.
a) Trattamento topico
Vi sono due obbiettivi di fondo nei trattamenti topici (trattamenti impiegati per uso esterno alle zone colpite dal disordine):
– evitare l’accrescimento dello strato di squame affinchè la pelle non si ispessisca
– trattenere l’umidità nella pelle perchè non si renda secca e rigida.
Se questi obbiettivi sono raggiunti, la pelle sarà flessibile, elastica e meno suscettibile a dolorose spaccature.
Sostanze denominate cheratolitiche sono impiegate per dissolvere le squame e si trovano in lozioni o creme contenenti acido salicilico, urea, oppure alfa-idrossi-acidi quali acido lattico e acido glicolico . Alcuni cheratolitici, come l’acido salicilico, possono però essere assorbiti attraverso la pelle, con potenziali effetti secondari dannosi per il corpo; taluni acidi possono essere irritanti. I pazienti sono avvertiti, perciò, di usare sostanze solo sotto controllo medico.
Il trattamento delle squame nell’ittiosi vulgaris, lamellare e X-linked è ancora più lungo che per CIE ed ipercheratosi epidermolitica, giacchè la pelle è generata a ritmi normali (per le prime forme) ed a ritmi accelerati (per le seconde).
Il secondo obiettivo del trattamento topico è quello di mantenere la pelle idratata: ciò significa trattenere l’acqua nella pelle. Mentre la maggior parte delle persone ritengono che la pelle è secca per mancanza di lubrificazione, i sintomi della pelle secca sono in realtà il risultato di carenza d’acqua. Gli olii ed altri emollienti vengono applicati semplicemente per trattenere quell’acqua nella pelle. I lubrificanti del tipo glicerina, olio minerale, lanolina o semplice gel attraggono e sigillano l’umidità nello strato corneo, con ciò mantenendo la pelle elastica e prevenendo screpolature e lesioni.
Molti pazienti idratano la pelle con prolungati bagni o docce, quindi applicano lubrificanti per trattenere l’umidità.
Negli ultimi tempi è stata sperimentata l’applicazione, con discreti successi, di un gel acquoso ad uso topico: il Tazarotene. Trattasi di principio attivo nato come trattamento anti-psoriasico ma compatibile anche per alcune forme di ittiosi. Essendo un derivato della vitamina A deve essere utilizzato in maniera accorta e sempre sotto prescrizione e controllo medico.
b) Terapia sistemica
L’uso di sostanze assunte per via interna (trattamento sistemico) è in fase di indagine e sperimentazione. L’ittiosi un tempo era collegata ad allergie ai cibi, mentre alcuni ritenevano fosse il risultato di una insufficienza di vitamina A. I cambiamenti nella dieta hanno prodotto effetti scarsi o nulli nel trattamento dei sintomi di questo disordine genetico.
Un’eccessiva assunzione di vitamina A può, infatti, essere tossica e rivelarsi dannosa per gli organi interni. I bambini possono essere particolarmente sensibili a quantità tossiche di vitamina A.
Più recentemente, i ricercatori hanno posto l’attenzione su materiali altamente specializzati per cercare di compensare – ovvero controbilanciare – l’;eccessiva desquamazione. Una sostanza in particolare, un derivato sintetico della vitamina A chiamato isotretinoina, è efficace nel controllo della desquamazione in alcuni sofferenti di ittiosi. Anche la versione sintetica, tuttavia, può essere tossica, specialmente con una prolungata somministrazione com’è necessario nel trattamento dell’ittiosi. I potenziali effetti secondari includono un elevato tasso di grassi nel sangue (trigliceridi) che può condurre a rischi per le arterie coronarie ed a malattie degenerative delle ossa. La sostanza è teratogena e dunque può causare aborti se assunta da donne in gravidanza. La terapia con retinoidi deve essere pertanto eseguita sotto stretto controllo medico.