per la migliore tesi a contenuto psicologico e/o psicopedagogico sulle genodermatosi denominate “Ittiosi”
Il Consiglio direttivo dell’Unione Italiana Ittiosi ha deliberato l’istituzione di un premio di laurea destinato a coloro che sosterranno l’esame finale nel periodo dal 1-3-2020 al 30-11-2020, per il conseguimento di un grado/titolo universitario di 2° o 3° ciclo (Decreto MIUR 22/10/2004, n.270): laurea Magistrale (anche a ciclo unico), dottorato di Ricerca (DR); diploma di Specializzazione (DS); diploma di Master Universitario di secondo livello (MU2).
Le domande dovranno essere presentate entro il 15 dicembre 2020.
La tesi deve avere ad oggetto il disordine della cheratinizzazione della pelle denominato “ittiosi”.
Alcuni cenni sulla malattia:
Le Ittiosi, dal greco “Ἰχθύς” (‘pesce’), sono un gruppo di malattie rare della pelle, il cui nome deriva dalla somiglianza della cute alle squame del pesce. Queste genodermatosi si manifestano con una pelle ricoperta da squame, secca, screpolata, arrossata, tesa, non elastica o anormalmente ispessita e in altri casi anche con presenza di bolle.
Non esiste una cura ma i trattamenti locali o sistemici possono migliorare notevolmente le condizioni dei pazienti.
Proprio per la caratteristica manifestazione, l’ittiosi comporta importanti implicazioni fisiche ma anche un forte impatto sulla vita socio-relazionale e personale dei portatori. Ciò soprattutto per i bambini in quanto gli aspetti fisici, medici e estetici del disordine sono, in questa fase, più evidenti e spesso associati ad una compromessa abilità motoria, dovuta alla rigidità dell’epidermide. I portatori possono pertanto essere vittime di bullismo o ritrovarsi emarginati, ignorati, isolati e dunque discriminati, specie nell’ adolescenza quando la pelle riveste un ruolo importante per l’instaurarsi delle prime significative relazioni sociali extra-familiari. L’aspetto della pelle non sempre migliora in fase adulta.
La malattia è molto rara e poco conosciuta in ambito medico e sociale. Solo recenti casi di cronaca, riportati dalle testate giornalistiche e in alcuni programmi televisivi, hanno destato la curiosità dei media e quindi dei contesti sociali di riferimento. La malattia è di origine genetica e per questo è importante che venga percepito il messaggio che non si tratta di una patologia contagiosa.